IL SOGNO DI RIALE SI STA AVVERANDO

Abbiamo intervistato Gianluca Barp, imprenditore e Presidente di Formazza Event.

Formazza da un po’ di anni è da molti considerata punto di riferimento per quanto riguarda lo sci di fondo. L’avvento poi della pista di sci di fondo di Riale in questi ultimi 15 anni ha costituito un elemento in più che ha rafforzato il nostro palmares per quanto riguarda lo sci di fondo. Dopo Torino 2006 Riale è stata sede di allenamenti di varie squadre, sono state organizzate gare importanti. È cresciuto anche un gruppo che si è attivato per la promozione della valle e delle varie attività. Si è cominciato a fare una serie di ragionamenti che prevedevano il potenziamento del centro del fondo, con tutta una serie di interventi e di strutture atte appunto a soddisfare le esigenze del fondista. Abbiamo realizzato l’impianto di innevamento, poi ad un certo punto ci siamo resi conto che era giunto il momento di una svolta. Non siamo Livigno, nè Santa Caterina, ma abbiamo capito che la strada che abbiamo intrapreso può portare ottimi frutti. Tutti gli anni siamo disponibili ad organizzare eventi sportivi che ci vedono protagonisti, a volte Coppa Italia, altre volte campionati italiani o gare regionali.

Come nasce il progetto della Snowfarm?

L’anno scorso in occasione di una gara nazionale, parlando con Pietro Piller Cottrer, è nata l’ipotesi di fare una sperimentazione con la snowfarm. La vedevo come una cosa molto lontana perché Livigno, Davos, sono nomi importanti e sembrava fosse una cosa alla portata solo di chi aveva un certo potenziale economico. In effetti ben presto mi sono reso conto che i costi per realizzarla sono notevoli. Abbiamo cercato la soluzione più adatta per noi, quella più facile per incominciare questo ambizioso progetto. Siamo in realtà partiti un po’ tardi, la cosa migliore sarebbe stata cominciare a sparare e immagazzinare neve artificiale che grazie ad una maggiore densità ha una facile conservabilità. Siamo partiti un po’ tardi, fine febbraio inizio marzo abbiamo deciso di iniziare il progetto ormai eravamo già un po’ troppo oltre e quindi quest’anno la neve stoccata è tutta neve naturale. Abbiamo ammucchiato 3000/3500 m3 di neve.

Come sei partito?

Ho girato una serie di stazioni sciistiche dove veniva fatta questa cosa per capire un attimo come si organizzavano nel lavoro. Ho capito che a casa propria devi arrangiarti, nel senso che ci sono delle regole comuni, ma entrano in gioco vari fattori legati anche alla conformazione del territorio e al microclima della tua località. Questo per noi è l’anno zero, per cui possiamo permetterci di sbagliare, l’importante è fare esperienza per trovarci pronti fin dal prossimo anno.

Come avete realizzato i lavori?

La neve è stata ricoperta con tessuto non tessuto, che ha separato il manto nevoso dalla biomassa e poi dopo l’abbiamo coperto con 30 cm di cippato. Le varie località mi hanno indicato una perdita intorno al 30%, come risultato positivo, credo che quest’anno abbiamo perso qualcosina in più. Al momento non riesco ancora a definire quello che riusciremo a fare, all’inizio volevamo riuscire a sistemare 2 km di pista, penso che arriveremo ad un chilometro e mezzo circa e considerando che per noi è la prima volta, sono molto soddisfatto. Veniamo fuori da un’estate difficile, dove ha fatto caldo anche a Riale, abbiamo avuto punte di 26 gradi, inoltre il nostro clima è particolare e come Livigno e Santa Caterina, abbiamo molta umidità di notte o nelle prime fasi della mattina, con molta escursione termica tra il giorno e la notte. Anche questo è un elemento che in futuro è da tenere sotto controllo da analizzare bene.

Prospettive future ….

A me piacerebbe incominciare a fare qualcosa già con i primi giorni di novembre quest’anno. L’obiettivo iniziale era fine ottobre come fa Livigno e Davos, in realtà quest’anno sia a causa dell’autunno particolarmente caldo e delle ingenti piogge questo non è stato possibile. Inoltre dobbiamo pensare di bonificare alcuni luoghi del percorso.

Un progetto a 360°…

Si, il nostro progetto è ampio, devo ancora fare alcuni lavori sul terreno per poter sistemare il tutto e per poter essere pronto a partire con pochi centimetri di neve. Quest’anno l’idea è di mettere giù 40 centimetri di neve per una larghezza di 3 metri per un totale di 2 km di lunghezza. Dovremo ridurre la lunghezza del percorso però sono fiducioso perchè sta arrivando anche l’autunno e le previsioni meteo della prossima settimana sembrano favorevoli per incominciare anche a sparare neve.

A che punto è l’impianto di innevamento?

Ci siamo dotati di ulteriori cannoni, il nostro attuale impianto in questo momento è di media dimensione. Con l’amministrazione comunale è in progetto un buon investimento sulla pista del fondo, mirato ad alcuni interventi come la realizzazione di box sciolinatura e potenziamento di quello che abbiamo già in essere. Dobbiamo anche capire quanto possiamo ancora potenziarlo.

Gianluca Barp ci crede ed è convinto delle reali potenzialità di Riale, lui è originario di Belluno, terra di fondisti innamorati delle proprie montagne, le Dolomiti. È arrivato alcuni anni prima del 2000 dove lavorava per la Snam. Si è appassionato alla valle ed ha deciso di fermarsi e costruire in val Formazza la sua famiglia, si è prima occupato dell’albergo di famiglia e poi della gestione della pista da fondo. Suo suocero Walter Sormani è stato uno dei primi promotori del centro fondo di Riale e ha costruito nella piana di Riale Walser Schtuba che è stato il primo locale nella piana di Riale. Ha lavorato con i figli e il suo è stato il primo stabile a poter ospitare persone qui nella piana. Poi è nato il centro fondo e sono stati fatti tutta una serie di interventi.

Sono diventato anche Presidente di Formazza Event che è l’ente che gestisce gli eventi qui in valle. In questi 10 anni abbiamo promosso il nostro territorio soprattutto per lo sci di fondo. Formazza è un territorio che ha un’altissima vocazione per quanto riguarda lo sci, basti pensare che siamo il secondo sci club d’Italia per longevità. I miei paesani hanno lo sci di fondo nel DNA, per me è stato facile trovare spunti e motivazioni per poter lavorare in questo settore.

Quando è nato il centro fondo?

All’inizio il primissimo insediamento, molto rudimentale era stato realizzato da alcuni piccoli imprenditori locali. La svolta c’è stata con Torino 2006, abbiamo sistemato 12 km di pista, è stato realizzato la parte del centro fondo con docce, biglietteria e noleggio e inoltre si sono realizzati 60 posti letto, con bar e ristorante, tutto questo nel 2003.

Dunque le Olimpiadi di Torino hanno portato per voi frutti importanti…

Si, lo diciamo anche con un certo orgoglio, grazie ai fondi di Torino 2006, qui in Val Formazza adesso abbiamo una struttura funzionante che è determinante per l’economia della valle.

Avrete a breve alcuni gruppi nazionali…

Mi fa piacere vedere che nonostante sia il primo anno di questo progetto c’è molto interesse da parte della federazione, che verrà da noi nella seconda settimana di novembre con l’Under 23. C’è la conferma della nazionale francese che farà un periodo di preparazione come già fatto lo scorso anno e poi a satellite mi sembra ci sia molto interesse da parte di sci club e Comitati.

Obiettivo stagionale raggiunto?

Direi di si, sempre più Riale sta diventando un riferimento per l’inizio stagione. In più le istituzioni si sono accorti che Formazza non è più solo un piccolo paesino di montagna dove venire a vedere le Cascate del Toce, ma siamo forti anche sotto altri punti di vista e quindi per me l’obiettivo è raggiunto. Bisogna lavorare e implementare un po’ ma va bene.

Avete dunque dato un contributo importante per rilanciare la vostra valle…

Negli anni Venti entra in gioco tutta l’Industria idroelettrica in questa valle, che prima era veramente un luogo dimenticato da Dio. C’erano i Walser che parlavano la lingua tedesca, ma erano inseriti in un contesto italiano. C’era molto isolamento. Con l’arrivo dell’Enel è arrivata anche una notevole ricchezza. Con una popolazione di 400 anime, vi erano in quegli anni 165 dipendente dipendenti Enel di Formazza. In pratica tutti i nuclei avevano 1 o 2 dipendenti in famiglia negli anni d’oro. Questo è stata una fortuna ma anche uno svantaggio infatti la popolazione si è seduta e non ha creduto al potenziale turistico e le Cascata del Toce non sono state viste come un’opportunità ma qualcosa che faceva parte del nostro territorio. Le cose a poco poco sono cambiate.

Un po’ di storia

Riale, situato ad un’altitudine di circa 1800 metri sulle alpi Lepontine (Alpi Centrali), è il luogo più a nord del Piemonte e dista 2 km dalle cascate più spettacolari delle Alpi, denominate Cascate del Toce. Durante l’estate i turisti possono ammirare nel suo completo splendore con i suoi 8 metri cubi al secondo che compiono un salto di 143 metri su un reclinamento roccioso. Più a monte si trova il lago artificiale di Morasco, che viene utilizzato per le centrali idroelettriche. Il 30 maggio 2003 arrivò il giro d’Italia con Marco Pantani che provò l’ultimo assolo della sua carriera in una tappa che fu vinta da Gilberto Simoni. Proprio nel 2003 sono iniziati i primi lavori sulla piana di Riale che mettevano le basi al nascente centro fondo.

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