BOLSHUNOV E JOHAUG NELLA SKATHON DI OBERSTDORF

testo Giorgio Capodaglio e foto di Flavio Becchis

L’hanno vista solo alla partenza e all’arrivo. Non c’è storia nelle distance della Coppa del Mondo femminile, Therese Johaug è di un altro livello. La norvegese ha dominato lo skiathlon di 15km che si è disputato a Oberstdorf, sulla pista che ospiterà i Mondiali della prossima stagione. Se il buon giorno si vede dal mattino, è probabile che in Germania il prossimo anno assisteremo a un altro monologo.

Sulla pista tedesca, per lei è arrivata la 65ª vittoria individuale in carriera in Coppa del Mondo, il 127° podio, il 72° successo se si considerano i Mondiali, il nono in uno skiathlon. Nelle ultime otto occasioni nelle quali ha gareggiato in questo format di gara tra Coppa del Mondo e Mondiali ha ottenuto ben sette vittorie, giungendo seconda solo a Canmore nel 2016. Mostruosa.

I numeri non bastano però a spiegare ciò che si è visto, un’atleta capace di mettersi subito in testa, consapevole della propria superiorità, senza curarsi delle altre, colpevoli di essere delle fortissime atlete ma umane. Già dopo un quinto di gara, quindi, l’interesse del pubblico è stato rivolto soltanto alla lotta per il podio, tra le umane, una gara da quel punto di vista avvincente. Soltanto lo sprint infatti ha deciso le altre due posizioni sul podio, premiando un’ottima Østberg, che è stata spesso in testa al gruppo a tirare e una bravissima Stadlober, capace nello sprint finale di sopravanzare negli ultimi metri Ebba Andersson, per un risultato preziosissimo per tutto il movimento austriaco. Quinta posizione per una buona Parmakoski, mentre è sesta Nepryaeva, capace di sopravanzare nel finale una Heidi Weng andata in difficoltà nel corso dell’ultimo giro, quando ha risentito della bella azione di Østberg.

Molto indietro Diggins, soltanto 22ª, già molto indietro nel corso della metà di gara in tecnica classica e incapace di recuperare posizioni successivamente. Purtroppo giornata difficile anche per le italiane. Ilaria Debertolis si è ritirata dopo pochi chilometri, mentre Comarella ha concluso 35ª, dopo aver perso già nella metà di gara in tecnica classica, e Franchi 46ª.

Nella gara odierna, quindi, l'Italia ha pagato qualcosa rispetto agli altri paesi alpini. L'Austria ha un'atleta sul podio, la Germania Hennig nella top ten e ben quattro atlete tra le trenta, la Francia ha Claudel 14ª e la Svizzera con Faehndrich 25ª.

Quando le gare si fanno dure, Alexander Bolshunov non ha rivali. Ancora una volta il russo ha mostrato la propria superiorità rispetto a tutta la concorrenza, vivendo una giornata bellissima nella quale ha dato una lezione a tutta la squadra norvegese, che è stata costretta a piegarsi. Nonostante fosse praticamente da solo contro un poker di big della Norvegia, Krüger, Røthe, Sundby e Holund, infatti, Bolshunov è riuscito a tirare fuori un finale di gara sapiente, nel quale ha risposto all’attacco orchestrato dai norvegesi, prendendo di forza la vetta in discesa, per poi non mollarla più fino all’arrivo, andando a tutta come se fosse una sprint.

Alle sue spalle i quattro norvegesi hanno lottato fino all’ultimo, hanno cercato di stargli a contatto sullo strappetto finale per tentare di beffarlo sul rettilineo conclusivo, ma nulla hanno potuto contro colui che è oggi l’atleta più forte del circuito, quando si tratta di gare dure. Una giornata trionfale per Bolshunov, anche perché ha guadagnato tantissimo ai danni di Klæbo, che si è ritirato poco dopo metà gara, al quale ha preso, tra vittoria e bonus, la bellezza di 140 punti, visto che fermandosi a metà gara il detentore della Coppa del Mondo non può prendere i punti dei bonus. Il campione norvegese dovrà dare fondo a tutto il proprio talento per riuscire ad avere la meglio su un atleta che quest’anno sembra essersi tolto la fama di eterno secondo, diventando vincente, anche nella condotta della gara. Tra i due ci sono 299 punti nella classifica generale.

Alle spalle del russo, quindi, Krüger e Rothe, che l'hanno accompagnato sul podio, mentre ottimo quarto un Sundby finalmente tornato su ottimi livelli e quinto Holund. Lo skiathlon di Oberstdorf ha regalato ai tifosi anche un ottimo Cologna, che fino alla fine ha lottato per il successo, concludendo in settima posizione a 7” dalla vetta. Un risultato che dimostra quando lo svizzero possa essere ancora competitivo. Ottava piazza per Niskanen, il quale ha dato ancora una volta l’impressione di aver gestito malissimo la gara a livello tattico, spendendo troppe energie inutili e lavorando tanto per gli altri. Dosando meglio le energe, forse, avrebbe anche potuto lottare per il successo. Nella top ten, alla fine quattro russi e quattro norvegesi.

Un applauso, però, lo merita la squadra tedesca, che con Dobler, Katz e Notz, è rimasta fino alla fine nelle posizioni di vertice, facendo sognare un risultato straordinario. Non è arrivata la top ten, ma la condotta di gara è piaciuta, così come quella del 2000 Moch, rivale di Graz in Opa Cup Junior, per buona parte della gara nei venti, prima di crollare nel finale e uscire dalla zona punti. Poco male, ha mostrato e confermato di avere il giusto carattere, oltre al talento, per emergere.

L’Italia è riuscita ad andare a punti ancora una volta con Francesco De Fabiani, che ha concluso in 18ª posizione. Il valdostano è stato autore di una gara coraggiosa, è riuscito a occupare le posizioni di testa praticamente per tutta la durissima fase in classico, prima di calare, come spesso gli accade in questo format, quando si è passato allo skating. La sua prestazione, però, può far guardare avanti con fiducia, soprattutto in vista dello Ski Tour scandinavo di febbraio.

Fuori dalla zona punti gli altri azzurri, con Daprà 34°, che è però piaciuto molto per atteggiamento, lottando fino alla fine per la zona punti. 37ª posizione per Paolo Ventura, positivo nella fase in classico. Purtroppo più indietro gli altri italiani, con Salvadori 48°, Nöckler 49° e Romano 51°.

Giornata difficile per il neo papà Ustiugov, che a differenza di quanto fatto nel biathlon da Bø, ha fatto tanta fatica già in classico, chiudendo solo 25°. Addirittura ritirati, invece Klæbo e Iversen, che ancora una volta, come accaduto già a Seefeld, sono andati in crisi in questo format di gara.

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