KLAEBO E NEPRYAEVA NELLA SKATHON DI OBERSTDORF
testo Giorgio Capodaglio e foto di Flavio Becchis
Se Cristo è risorto il terzo giorni, Klæbo l’ha fatto in appena ventiquattro ore. Il campione norvegese, infatti, si è subito rifatto della giornata nera nello skiathlon, una brutta crisi che l’aveva costretto addirittura al ritiro, trasformandosi immediatamente quando ha ritrovato il format di gara a lui più congeniale. Attenzione, però, perché se già una sprint normale richiede, tra le mille qualità, notevoli doti di resistenza, quella di Oberstdorf lo fa ancor di più, in quanto la pista del prossimo Mondiale è di quelle durissime.
Insomma Klæbo, se ce ne fosse ancora bisogno, ha mostrato per l’ennesima volta di essere un fondista straordinario, imponendosi con la solita classe e conquistando così la sua 34ª vittoria individuale in Coppa del Mondo, la ventunesima in una sprint. Con il successo odierno, il campione del mondo porta addirittura a 13 le vittorie consecutive in sprint di Coppa del Mondo, 14 se si considera il Mondiale di Seefed. Ormai lontano è per lui il ricordo dell’ultima sconfitta, a Lillehammer il 30 novembre del 2018, quando si impose Pellegrino. Se si guarda solo alle sprint in tecnica classica, Klæbo è salito sul podio 13 volte su 15 tra Coppa del Mondo e Olimpiadi, ha la serie aperta di podi da dodici gare e di vittorie da cinque.
Una vittoria netta quella del norvegese, capace di imporre un ritmo pazzesco sull’ultima salita, dove ha di fatto conquistato la gara prendendo un ampio vantaggio su tutti i suoi rivali. Alle sue spalle altri due norvegesi, Paal Golberg ed Erik Valnes, che hanno beffato sul rettilineo finale un ottimo Federico Pellegrino.
L’azzurro ha sfiorato il suo quarantesimo podio in carriera, disputando una gara di altissimo livello, sempre nelle posizioni di testa, e scollinando dall’ultima salita in seconda posizione. Sulla discesa finale, però, i norvegesi sono riusciti a mettersi in coda e guadagnare una velocità altissima, grazie anche a dei materiali perfetti, che ha consentito loro di presentarsi con un bel vantaggio di velocità sul rettilineo conclusivo.
L’azzurro ci ha provato fino all’ultimo ma si è dovuto accontentare del quarto posto, lanciando ottimi segnali anche in ottica Mondiale 2021, quando sicuramente il poliziotto valdostano sarà splendido protagonista come sempre. Il quarto posto di oggi rappresenta per Pellegrino il miglior piazzamento in una sprint in classico dall'argento alle Olimpiadi di PyeongChang, il migliore in Coppa del Mondo dalla vittoria di Canmore del 2016. La settimana di allenamento a Seefeld ha fatto bene nel fisico e nella testa, si è visto oggi, e statene certi che da qui a fine stagione, saprà regalare tante soddisfazioni ai tifosi azzurri. La gara tedesca è solo l'inizio.
Il valdostano si è trovato braccato dai norvegesi già in una semifinale che è sembrata più un campionato norvegese, avendo ben quattro avversari provenienti dal paese scandinavo. Una batteria velocissima, nella quale Klæbo e Valnes hanno avuto la meglio sull’azzurro, capace di restare con loro fino alla fine e qualificarsi come lucky loser, insieme a Golberg, battuto in quella occasione.
Nell’altra semifinale, fuori a sorpresa Bolshunov, che non è riuscito a fare la differenza nella seconda semifinale, chiusa al terzo posto alle spalle di Retivykh e Svensson. Al capolista della generale è mancato proprio lo spunto sul rettilineo finale. In ogni caso per lui un settimo posto prezioso in ottica Coppa del Mondo, anche se il suo vantaggio è sceso a 235 punti.
Eliminato ai quarti di finale Maicol Rastelli, uscito nella quarta batteria dopo essersi battuto fino al rettilineo finale, senza dare però l’idea di averne abbastanza per riuscire a spuntarla. Buona comunque la condotta di gara del lombardo dell’Esercito, quarto alle spalle di Tefre, Retivykh e Vuorinen. Per lui è così arrivato un 18° posto.
Nelle altre batterie dei quarti, tante energie risparmiate da Klæbo in un quarto di finale apparso facile, nel quale ha fatto il vuoto con Valnes senza nemmeno sforzarsi troppo. Avanti agevolmente anche Pellegrino, che ha gestito tatticamente in modo perfetto la batteria, risparmiando anche qualche energia sul rettilineo finale con Taugboel, nonostante un quarto di finale molto veloce, tanto da aver qualificato entrambi i lucky loser. In semifinale senza problemi anche Golberg e Bolshunov, in un quarto animato da Niskanen, crollato però sull’ultima salita. Il russo, pur avendone per vincere, ha preferito chiudere secondo per finire nella parte bassa del tabellone. L’ultimo quarto di finale ha premiato Chauvin e Skar, mentre Halfvarsson è stato eliminato, come Hakola, vittima di una caduta.
Elena Välbe chiama, Natalia Nepryaeva risponde. Dopo essere stata caricata dall'ex campionessa, oggi responsabile del fondo russo, sulla futura pista mondiale di Oberstdorf, con un percorso durissimo, la ventiquattrenne russa ha ottenuto il suo secondo successo in carriera, il primo in una sprint, al termine di una gara superba, da lei condotta alla perfezione.
La russa, dopo aver chiuso in testa la qualificazione, ha mostrato lo stesso spartito nel corso di tutte le batterie. È sempre rimasta nelle posizioni di testa, ha attaccato in salita scollinando in seconda posizione, per poi essere perfetta in discesa e imboccare con la giusta cattiveria il rettilineo finale, dove con le sue spinte poderose ha sempre tagliato per prima il traguardo.
In finale le è toccato dar fondo a tutte le proprie riserve per battere però una Lampic apparsa ancora una volta in grandissima condizione. La slovena si è confermata l’atleta più in forma nel format, che sia classico o skating, sfiorando il successo ma salendo nuovamente sul podio. Terza piazza per una splendida Jessie Diggins, capace di strappare il podio sulla connazionale Caldwell. Quinta Svahn, che è riuscita così a salvare la Svezia dalla débacle, in una giornata negativa per la squadra femminile svedese, con tutte le altre atlete eliminate malamente ai quarti o non qualificate. Sesta la norvegese Stenseth. Un’ottima impressione Nepryaeva l’aveva destata già in semifinale, quando era stata anche cattiva al punto giusto per come aveva preso posizione sul rettilineo finale ai danni dell’ottima Svendsen, costretta ad accontentarsi della terza piazza, alle spalle di Caldwell, venedo così eliminata. Di alto livello, infatti, era la seconda semifinale, pur essendo della parte bassa del tabellone. Sul rettilineo finale Lampic aveva avuto la meglio su Stenseth, Svahn e Diggins in una batteria velocissima che aveva qualificato le prime quattro.
Fuori ai quarti di finale Johaug, eliminata nella batteria dominata da Nepryaeva e Svendsen. La leader della Coppa del Mondo ha lottato in un quarto di finale molto complicato, non arrivando lontana dalla qualificazione. In ogni caso, grazie al 17° posto finale, per la norvegese sono arrivati punti importanti di Coppa del Mondo. Eliminata un po’ a sorpresa anche Astrid Jacobsen, giunta così 13ª, una piccola delusione per lei su questa pista.
Fuori ai quarti di finale, entrambe le azzurre, Lucia Scardoni e Greta Laurent. La veneta è stata eliminata nella prima batteria dei quarti di finale, che si è rivelata molto dura con Lotta Udnes Weng e Sadie Bjornsen a vincere su Jacobsen. L’azzurra ha chiuso al quinto posto, non sembrando mai avere delle reali opportunità di qualificazione e pagando lo scotto in particolare nei tratti di salita, dove è uscita spesso dai binari aprendo gli sci. È così arrivato un 21° posto. Stessa sorte anche per Greta Laurent, fuori in una terza batteria molto veloce, vinta da Caldwell su Stenseth e Faehndrich, rientrata come lucky loser. La valdostana è stata in gara fino alla seconda salita, prima di staccarsi sulla terza e chiudere sesta, giungendo così 26ª.
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